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Un Natale Mezzosangue

Per coloro che non hanno potuto leggere La Repubblica in formato cartaceo venerdì scorso, ecco una sorpresa per voi: la mia prima (brevissima) storia su Percy Jackson scritta originariamente in italiano. Buon divertimento e buon Natale a tutti!

Un Natale Mezzosangue

 

“Dove siamo?” disse Percy.

“Firenze,” disse Nico.

Percy aggrottò le ciglia. “E perché?”

Il figlio di Ade sbuffò. “Non hai mai bisogno di un motivo per venire a Firenze. Ma mi hai detto che ti piacerebbe trovare un regalo perfetto per Annabeth, vero?”

“Vero.” Percy si premise le mani sullo stomaco. Non gli è mai piaciuto viaggiare nell’ombra. “Ma pensavo che saremmo andati al mercatino di Natale a Times Square. Ci sono molte bancarelle –”

“Times Square!” Nico rabbrividì. “Sei un romantico. Se vuoi un regalo degno della tua ragazza, hai bisogno di un regalo italiano, come sanno tutti. Andiamo.”

Le strade di Firenze erano vuote. Le nuvole invernali si stendevano pesanti e grigie.  Direttamente davanti a Nico e Percy, il massiccio duomo della cattedrale si innalzava come un’enorme astronave medievale, pronta a decollare.

“Il negozio è vicino,” disse Nico, attraversando la piazza. Il suo viso era difficile da leggere a causa della maschera che gli copriva la bocca.

“Quale negozio?” domandò Percy.

Nico non rispose.

Percy guardò le saracinesche dei negozi, le poche persone in piazza che correvano qua e là. Persino l’altissimo albero di Natale sembrava luccicare tristemente davanti alla cattedrale. In Italia, come negli Stati Uniti e ovunque, era ovvio che quest’anno fosse stato molto duro. I semidei, come Percy e Nico, non potevano ammalarsi a causa della pandemia, ma potevano diffonderla, quindi indossavano maschere per proteggere i mortali nelle loro vite, perché è quello che hanno fatto gli eroi.

Tuttavia, il figlio di Poseidone era stanco e pronto per un nuovo anno. Recentemente, anche i mostri stavano praticando la “distanza sociale,” ed era molto difficile combattere i mostri con una spada da sei piedi di distanza.

‘Eccoci,” disse Nico.

La facciata del negozio non era molto diversa dalle altre. Era all’ingresso di un vicolo, con una grata di ferro attraverso la porta chiusa e delle pubblicità dipinte sulle finestre buie: Gioielli! Le migliori offerte!

“Sul serio?” domandò Percy.

“Quando entriamo,” disse Nico, “sii gentile e rispettoso.”

“Come sempre,” disse Percy.

Nico tossì. “Comunque, il negoziante può venderti il regalo perfetto per Annabeth, te lo prometto. Ma. . . ”

“Ma?”

“È un po’ strano.”

“Come sempre,” ripeté Percy. Si controllò le tasche. “E come posso pagare? Ho solo dollari e un buono scaduto per dei panini.”

“Non preoccuparti,” disse Nico. “Il negoziante non accetta soldi. Ha altri modi per farti pagare.”

“Adesso sono preoccupato.”

Nico aprì la grata, spinse la porta ed entrò. Percy lo seguì.

All’interno del negozio, le pareti erano rivestite di armadietti con gioielli e ninnoli di ogni tipo. Dietro il bancone, con la schiena girata, c’era un uomo con un enorme mantello rosso, i capelli come una valanga bianca e selvaggia. Stava lavorando a un banco da lavoro, riparando una collana di diamanti.

“Impossibile,” mormorò Percy. “Babbo Natale?”

“Dove?” esclamò l’uomo, voltandosi allarmato.

Non era Babbo Natale.

Il suo mantello si spiegò, diventando ali rosse. Dai suoi capelli bianchi spuntavano orecchie appuntite come queste di una lince. Dalla sua barba, anch’essa bianca, zanne di cinghiale si levavano. Il suo naso era un becco come quello di un avvoltoio.

Percy deglutì. “Mi dispiace. Pensavo fosse Lei qualcun altro.”

“Percy,” disse Nico, “ti presento Charu, il dio etrusco, guardiano e guida dei morti.”

“Piacere,” disse Charu, gli occhi ardente di fiamme. “Come posso aiutarvi?”

“Scusi,” disse Percy, “ma Lei è un dio etrusco?”

            “Si, si,” disse Charu. “Prima dei Romani intrusi, queste terre furono la dimora degli Etruschi. Per quello motivo, questa regione si chiama Toscana, capisci?”

“Ma perché –?”

“Percy,” interruppe Nico, “Charu è l’ultimo dio etrusco. Rimase dopo il trapasso degli altri, per mantenere il passaggio dei morti.”

“Ahimè,” disse Charu. “È vero. Sto ancora aspettando, sperando che alcuni di loro tornino, ma non succede mai.” Indicò le sue vetrine. “Nel corso dei secoli, molti sono passati per la mia bottega, diretti verso la morte. Nessuno torna. Beh, c’era quell’unico tipo, Dante, ma a parte lui, nessuno. Le persone, e gli dei, mi lasciano i loro oggetti più inestimabili per custodia, come puoi vedere. Che cosa sta cercando?”

Percy non era sicuro di voler ottenere ad Annabeth un regalo che era appartenuto a un dio morto, ma non voleva offendere Charu. Ha spiegato le diverse cose che piacevano ad Annabeth.

“Alla tua ragazza piace la strategia?” Charu sorrise, mostrando le sue zanne. “Ho la cosa perfetta.”

L’antico dio ha preso qualcosa dal suo armadietto. Era un braccialetto d’oro, fatto di minuscole chiavi. “Questo”, ha detto, “è stato fatto da Sethlans, il dio etrusco degli artigiani. Le chiavi intorno . . . beh, sto solo dicendo che possono aprire molte cose e risolvere molti problemi.”

Percy era sbalordito. “È perfetto,” ammise. “Ma il prezzo deve essere alto.”

“Solo questo,” disse Charu. “Dimmi la risposta giusta: perché gli dei antichi come me avrebbero festeggiato il Natale?”

Nico sembrava nervoso. Forse non pensava che Percy avrebbe fatto bene a un esame orale. Ma Percy pensò attentamente all’anno passato e ai suoi amici, come Nico, che lo avevano aiutato a superarlo.

“Perché”, disse il figlio di Poseidone, “il Natale è per tutti. Rappresenta la speranza. Soprattutto in tempi pericolosi, tutti noi — dei, semidei, mortali — dobbiamo aiutarci a vicenda. Restiamo vigili e ottimisti, come te, vigilando sulle vie del ritorno. ”

Il dio sorrise. “Ben detto. Ecco il tuo regalo. Forse ci rivedremo, eh? Buon Natale!”

Di nuovo fuori dal negozio, Nico disse: “Impressionante, Percy.”

“Grazie,” disse Percy, tenendo il braccialetto. “Ma suppongo che il regalo perfetto non sia un gioiello. È una buona amicizia. Buon Natale, amico mio.”

“Anche tu, Cervello di alghe.”

Percy rise e, insieme, tornarono nell’ombra.

Charu, il dio etrusco. 

Rick Riordan